3 cose interessanti da sapere per chi vuole acquistare casa a Budapest
10/08/2016
3 cose interessanti da sapere per chi vuole acquistare casa a Budapest
1. Mercato degli investimenti in ambito residenziale
L’acquisto di immobili ad uso abitativo è libero da vincoli sia per le persone fisiche che giuridiche ungheresi e straniere.
Le procedure di acquisto di un immobile residenziale in Ungheria possono essere svolte da un avvocato che nel caso specifico rappresenta lo Stato, controlla la congruenza della documentazione e svolge l’attività come un notaio in Italia.
Stabilmente oltre il 45% delle transazioni sul mercato di Budapest è fatto ai fini di investimento: il valore medio delle transazioni è salito a circa 83.000 Euro per 67 metri quadri, segnando un +23% rispetto all’anno passato.
Le zone del centro di Budapest, in particolare il V distretto, evidenziano prezzi al m.q. di circa 2.500 euro e in media si necessitano di 103 giorni di vendita. Questa velocità di vendita, considerato il prezzo elevato, è caratterizzata da una preferenza di circa il 14% rispetto agli altri distretti interessanti per gli investitori. Questo dovrebbe portare ad un incremento del prezzo medio, dato che gli immobili a disposizione in questa zona sono sempre meno presenti sul mercato.
2. Aspetti fiscali
L’imposta di registro è pari al valore del 4% dell’immobile, che viene pagata successivamente al rogito, dopo la comunicazione dell’ispettorato delle finanze ungherese. L’imposta sugli immobili può arrivare fino a 1.772 ft. a metro quadro, a secondo delle scelte del comune, da corrispondere ogni anno, in 2 rate, ogni 15 marzo e 15 settembre, nella generalità dei casi, se l’immobile è a reddito.
Di recente è stata introdotta dal Governo l’abbassamento dell’IVA al 5% per l’acquisto di nuove abitazioni, che riguardano principalmente appartamenti condominiali di 150 mq o case indipendenti fino a 300 mq. Per quel che concerne l’imposta sul reddito, se l’immobile è rivenduto nei 5 anni si paga il 16% del differenziale tra acquisto e vendita. La base diminuisce del 20% ogni anno a partire dal primo fino a 0 per il quinto anno.
Nel caso di affitti di immobili si paga il 16% e se l’affitto totalmente percepito nell’anno supera la cifra di circa 3.400 euro. Inoltre si deve versare una ulterirore imposta sanitaria pari al 14% sul percepito fino ad un massimo di circa 1.200 euro annui.
3. Redditività media di mercato
Il mercato degli affitti è molto dinamico e porta a rendimenti interessanti sopratutto se confrontati al netto delle imposte sull’investimento rispetto all’Italia.
La redditività è favorita dalla presenza sul mercato di agenzie specializzate che affittano a seconda delle zone.Il rendimento netto oscilla tra il 5% e il 7%.
(fonte: ITL)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
5 validi motivi e ragioni per investire e comprare in Ungheria
10/08/2016
5 validi motivi e ragioni per investire e comprare in Ungheria
1. L’Ungheria, è un Paese di medie dimensioni con una popolazione di circa 10 milioni di abitanti, presenta una posizione geografica e strategica, che ne fa una sede ideale per la logistica, conosciuta infatti anche come “Porta dell’Oriente”, è possibile da qui raggiungere direttamente gran parte del mercato europeo ed i suoi consumatori. Le infrastrutture sono in continuo sviluppo e queste assicurano collegamenti veloci con l’aerea del Centro Est Europa.
2. La capitale dell’Ungheria, Budapest, è città tipicamente europea, con fascia di consumatori di livello medio-alto, paragonabile per gusti e stile di vita a quella dei Paesi dell’Europa Occidentale. Di recente, è stata inserita dalle più famose agenzie di rating tra le più vivibili e vivaci città d’Europa, tanto che aprire una attività o comprare casa a Budapest, è diventato oggetto di desiderio per molti, grazie anche alla sua ricchezza storico-culturale e termale.
3. Altro punto di forza dell’Ungheria è la presenza di forza lavoro altamente qualificata, con un basso costo del lavoro ed una elevata produttività rispetto al salario, basti pensare che il 90% dei lavoratori ha una istruzione secondaria e i salari sono più bassi di ¼ rispetto a quelli dell’Europa Occidentale, ma il numero di ore lavoro/anno è uno dei più elevati in occidente con alta produttività sul salario.
4. Il sistema fiscale è molto competitivo, grazie ad una burocrazia orientata a snellire le attività aziendali, basti pensare che l’Ungheria ha attratto investimenti di aziende italiane e stranieri per circa 65 milardi di euro, pari ad 1/5 di tutti gli investimenti nell’Europa Centro Orientale.
5. L’Ungheria gode di consistenti contributi dell’Unione Europea, dai fondi strutturali e dal fondo di coesione, che permettono un costante sviluppo e nuovi posti di lavoro, specie nelle zone meno sviluppate, senza dimenticare una costante attenzione verso le attività di ricerca, che si traducono in incentivi fiscali e finanziamenti per i singoli e le aziende italiane e straniere.
E’ dunque facile intuire che l’Ungheria si presenta ad oggi come una scelta vincente per chi vuole investire. L’intento del nostro Studio Legale a Budapest è dunque quello di assistere in ogni fase coloro che desiderano investire nel territorio ungherese curandone tutti gli aspetti legali.
(fonte: ICE)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Ungheria: il Fiorino ungherese compie 70 anni
03/08/2016
Ungheria: il Fiorino ungherese compie 70 anni
Il nome della valuta proviene dalla città di Firenze, dove le monete d'oro erano chiamate nell'anno 1252 "fiorino d'oro".
Il fiorino è stato rintrodotto l'1 agosto 1946, dopo che la precendente moneta il c.d. "pengő" si era drasticamente svalutato a causa della iper-inflazione post-bellica del 1945-1946.
In precedenza durante il periodo dell'impero austro-ungarico, tra il 1862 e il 1892, la valuta usata era conosciuta come "fiorino".
Attualmente si discute di una possibile adozione dell'Euro per il 2020 da parte dell'Ungheria.
(fonte: BBJ)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Utilizzo fondi UE in Ungheria
19/07/2016
Utilizzo fondi UE in Ungheria
Nel ciclo finanziario 2007-2015, l’Ungheria risulta essere il Paese dell’Europa Centro-Orientale che ha meglio utilizzato i fondi UE.
Secondo i dati ufficiali rilasciati dall’Unione Europea, L’Ungheria ha stipulato contratti per 29,2 miliardi di euro ed ha ricevuto 27,7 miliardi in sovvenzioni UE.
(fonte: ICE)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Ungheria: adozione dell'Euro entro il 2020?
19/07/2016
Ungheria: Adozione dell'Euro entro il 2020?
Il Ministro dell'Economia Mihály Varga durante un'intervista pubblicata dal quotidiano "Magyar Hírlap" in data 19 luglio ha dichiarato che l'Ungheria potrebbe adottare l'euro entro la fine del decennio, ma solo se le tendenze economiche continueranno a migliorare e la moneta comune diventerà più stabile.
Gli Stati membri dell'UE che vogliono aderire alla zona euro devono mantenere l'inflazione al consumo non superiore a 1,5 punti percentuali, il loro deficit di finanza pubblica non deve superare il 3% del PIL e il loro debito pubblico non deve essere maggiore al 60% del PIL.
Inoltre i tassi di interesse a lungo termine non devono eccedere i 2 punti percentuali rispetto ai Paesi già membri e devono aderire al sistema ERM-II, "la c.d. sala d'attesa" per l'adozione dell'euro, per almeno due anni senza gravi turbolenze economiche.
Secondo l'ultimo rapporto della Banca Centrale europea, l'Ungheria al momento avrebbe mancato solo l'ultimo paremetro, ha fatto notare il Ministro Varga.
(fonte: BBJ)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Ungheria: approvata legge di stabilità per il 2017
30/06/2016
Ungheria: approvata legge di stabilità per il 2017
Il Parlamento ha approvato la legge di stabilità per il 2017 con 122 voti a favorire e 63 contrari. La legge è stata elaborata tenendo in considerazione i seguenti parametri macroeconomici: crescita del PIL al 3,1%, deficit al 2,5% , inflazione allo 0,9% e debito al 71,9% del PIL, assumendo un cambio Euro/fiorino pari a 312.
Il debito, secondo le previsioni, si ridurrebbe di 1,6 punti percentuali rispetto al debito stimato per il 2016 (73,5%). La legge di stabilità 2017 prevede entrate per 17.431 miliardi di fiorini (circa euro 55,9 miliardi al cambio previsto dal Governo) ed uscite per 18.597 miliardi di fiorini (circa euro 59,6 miliardi) con un deficit pari a circa 3,7 miliardi di euro , ben al di sopra del deficit 2016 stimato pari a 2,5 miliardi di euro.
Il disavanzo, secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Economia, Mihaly Varga, è da attribuire ai progetti di investimento finanziati dallo stato e dall’UE. In sostanza, rispetto al bilancio 2016, le entrate sono superiori del 10% e le uscite del 12%.
Il bilancio si suddivide in tre pilastri: il primo relativo alle entrate e alle uscite per le attività correnti; il secondo relativo agli investimenti finanziati dallo Stato ed il terzo relativo gli investimenti finanziati dall’Unione Europea.
Gli investimenti finanziati dallo Stato sono stimati pari a 1.600 miliardi di fiorini (circa 5,1 miliardi di euro) e produrranno un deficit di 472 miliardi (1,5 miliardi di euro) ; gli investimenti finanziati con fondi comunitari sono stimati pari 2.200 miliardi di fiorini (circa 7,05 miliardi di euro) e produrranno un deficit di 694 miliardi di fiorini (circa 2,2 miliardi di euro). Alle riserve vengono destinati 200 miliardi di fiorini pari a circa 641 milioni di euro.
Oltre ai fondi per gli investimenti, le entrate sono costituite dall’imposta sulle società stimata pari a 689,9 miliardi di fiorini (circa 2,2 miliardi di euro); dall’IRPEF per 1.694,5 miliardi di fiorini (circa 5,4 miliardi di euro); dal gettito dell’ IVA per a 3.388,9 miliardi di fiorini (circa 10,9 miliardi di euro); dal gettito delle accise per 984,5 miliardi di fiorini (circa 3,2 miliardi di euro), da tasse settoriali per 724 miliardi di fiorini (2,3 miliardi di euro); da contributi sociali per 5.177 miliardi di fiorini (circa 16,6 miliardi di euro).
Per quanto riguarda la spesa la legge di stabilità prevede che il 28,7% del totale sia destinato alle pensioni, assistenza sociale e contributi alle famiglie; l’11,2% va alle amministrazioni statali e servizi generali; il 10,4% alla scuola; il 9% a trasporti e telecomunicazioni; l’8,4% alla sanità; il 5,6% al servizio del debito; il 3,9% alla cultura ; l’1,7% alla difesa 1,7%, e il 3,4% a sussidi per le case.
L’aliquota IVA viene ridotta su alcuni beni servizi: per latte, uova e pollame passa dal 27% al 5% ; per i servizi internet e ristorazione dal 27% al 18%. Le accise sui carburanti aumentano dell’8% e le entrate supplementari sono destinate ai lavori di ristrutturazione stradale. Un pari aumento è previsto per i tabacchi.
L’aumento della spesa, secondo il governo , si rende necessario per sostenere la crescita economica, stimolando i consumi delle famiglie e rafforzando il settore delle costruzioni e dei servizi connessi.
La crescita economica appare comunque sovrastimata: l’OCSE, a inizio giugno, stima un aumento del PIL dell’1,6% nel 2017.
(fonte: Ambasciata italiana a Budapest)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Ungheria: disoccupazione in diminuzione marzo-maggio 2016
29/06/2016
Ungheria: disoccupazione in diminuzione marzo-maggio 2016
Il tasso di disoccupazione è sceso dell’1,6% al 5,5% nel periodo marzo-maggio 2016 in confronto allo stesso periodo di un anno fa. Lo mostrano i dati dell’istituto centrale di statistica KSH.
In base ai dati dell’Ufficio Nazionale per l’Impiego (NFSZ), il numero di individui registrati come in cerca di impiego alla fine di maggio in Ungheria è sceso del 20,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
(fonte: Web)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Brexit: quali conseguenze per l'Ungheria?
27/06/2016
Brexit: quali conseguenze per l'Ungheria?
La decisione degli inglesi di uscire dall’Europa, da qui l’ormai noto termine “brexit”, ha lasciato un enorme punto interrogativo per le conseguenze che tale scelta potrebbe comportare sia dal punto di vista socio-economico, così come per le sorti e l’unità dell’Unione Europea.
Per quel che riguarda l’Ungheria, secondo il ministro dell’Economia Varga, tutto questo potrebbe portare a conseguenze con un impatto negativo sull’economia ungherese.
Il PIL potrebbe subire un rallentamento dello 0.4%, a causa dei forti legami economici tra Inghilterra e Ungheria.
La Banca Centrale Ungherese, monitorando l’andamento del referendum, si dice pronta ad intervenire ed assicurare stabilità finanziaria.
Il Governo ungherese ha mostrato solidarietà nei confronti dell’Unione Europea, schierandosi apertamente per una idea di Unione Europea solida ed unita, rivendicando fierezza nell’esser membro di tale soggetto giuridico.
E’ chiaro che questo potrebbe essere un punto cruciale di lunga riflessione tra tutti i Paesi membri dell’UE, con l’augurio che l’esempio inglese, porti a migliorare le politiche europee sui temi più delicati quali ad esempio l’immigrazione, con la speranza un giorno di giungere ad un voto unanime ed adottare una unica Carta Costituzionale Europea, a difesa dei diritti di ogni cittadino europeo.
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Ungheria: raddoppiati investimenti nel turismo per il 2017
24/06/2016
Ungheria: raddoppiati investimenti nel turismo per il 2017
L’Ungheria scommette sul turismo: secondo il commissario di stato Gustáv Bienerth l’anno prossimo sarà investita la cifra record di 21 miliardi di fiorini nel settore.
Le risorse saranno usate per l’ammodernamento delle strutture turistiche e per campagne di marketing interne e internazionali.
Una nuova tassa per lo sviluppo del turismo sarà introdotta dal 2018 e servirà da supporto anche nel lungo termine.
L’obiettivo della capitale magiara, che registra sempre più presenze turistiche, basti pensare al +13,4% di passeggeri presso l'aereoporto List Ferenc rispetto all'anno precedente, è quello di “battere Praga e attaccare Vienna”.
(fonte: BBJ)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos
Investimento immobiliare in Ungheria: aumentano i permessi di costruzione
23/06/2016
Investimento immobiliare in Ungheria: aumentano i permessi di costruzione
Secondo gli ultimi studi degli analisti del settore immobiliare, i permessi per la costruzione di nuove case in Ungheria sono saliti a 1.323 rispetto ai 570 rilasciati nell’aprile 2015.
Le concessioni edilizie coprono una superficie di 292.397 mq, pari ad un incremento tre volte superiore rispetto a quelli di aprile 2015.
Gli sviluppatori immobiliari stanno attuando nuovi progetti grazie ai tagli dell’IVA promossi dal governo e alle agevolazioni concesse a famiglie con figli.
Le proiezioni degli studiosi ipotizzano che verosimilmente verranno costruite 12.000 nuove case, per poi passare a 20.000 nel 2017.
Per quel che concerne invece il mercato delle case di “seconda mano”, nei primi cinque mesi sono state realizzate 57.500 compravendite, con un incremento con segno positivo pari al 3% su base annua.
Si tratta dunque di una importante novità per il rilancio del settore delle costruzioni oltre ad una ottima occasione per un potenziale investimento per le aziende italiane.
(fonte: Ambasciata italiana a Budapest)
dr. Lorenzo Amato
in collaborazione con Studio Legale Avv. Bálint Halmos